Io sono così persuaso della necessità della rima per render più fisicamente allettatrice la nostra poesia, che non credo praticabile il verso sciolto, se non se in qualche lettera familiare o nei componimenti didascalici. Assuefatto nella mia lunga vita a conoscermi debitore alla rima d'una gran parte della tolleranza che le mie fanfaluche canore hanno esatta dal pubblico, non potrei aver l'ingratitudine di perseguitarla. Sia questa passione o giustizia, non è più superabile all'età mia. Già molti anni sono, in uno spazio d'ozio che mi concesse il mio impiego, scrissi un Estratto della Poetica d'Aristotile, in cui mi occorse di parlar della rima. Ostentai la mia parzialità per essa; ne dissi di volo i miei motivi; e questo manoscritto è presentemente sotto il torchio a Parigi, non avendo potuto negarlo all'editore dell'ultima ristampa di tutte le edite ed inedite opere mie in dodici volumi che nel prossimo maggio dovrebbe esser terminata, avendone già qui nove tomi compiuti.
Io non son più uomo da dissertazioni, e sarebbe fisicamente impossibile ch'io potessi ora seco trattar per lettera questo problema. Son per altro contento ch'ella legga i miei sentimenti in istampa e li compatisca, se non gli approva. Rinnovo i miei rendimenti di grazie alla sua generosa ed affettuosa parzialità, che non trascura occasioni di onorarmi de' suoi elogi sempre superiori al mio merito. Mi congratulo seco dei portentosi progressi che va continuamente facendo nel cammin delle lettere, e conto per uno de' più dolorosi effetti della grave età mia quello di non potermi trattener seco lungamente quanto vorrei almen con la penna e come esigerebbe la mia affettuosa gratitudine e la più giusta ed affettuosa stima con cui sono.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Estratto Poetica Aristotile Parigi
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