È vero che la commissione ch'io gli lasciai si restrinse ad avvisarmi prontamente se vi fosse ordine alcuno da darmi per ritornar subito in Vienna; ma anche non essendovi stata questa occasione, poteva (senza pericolo d'incorrere nella censura) consolarmi co' suoi caratteri. La signora contessa d'Althann ed il signor conte d'Eril mi comandano di far mille complimenti e dir mille altre cose a nome loro a Vostra Eccellenza. Dimani partiamo uniti per Joslowitz, dove resterò ancora alcun giorno se qualche suo comando non dispone altrimenti di me, che sono col più profondo rispetto.
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A UN CARDINALE - ROMA
Essendosi degnata la clemenza del mio augustissimo padrone di comunicarmi la pronta condescendenza con la quale le premure a mio vantaggio vengono secondate dall'Eminenza Vostra, prendo alfin coraggio d'umiliarle anch'io le mie suppliche. Non già perché stimi queste capaci di aggiungere il minimo peso alle istanze di così grande intercessore, ma perché credo troppo dovuto quest'atto del mio più sommesso rispetto ad una mano tanto disposta a beneficarmi. Se la giusta ed antica venerazione ch'io vanto per l'Eminenza Vostra e se gli ardenti voti che porgo al Cielo per la sua privata felicità (alla quale è congiunta la pubblica) potessero contarsi per meriti, io non temerei concorrenti. Ma non essendo questi che doveri, non rimane altro fondamento alle mie speranze che la generosa sua beneficenza: alla quale umilmente raccomandandomi, al bacio della sacra porpora profondamente mi inchino.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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