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      Scendendo poi dal generale al particolare, ho trovato nel suo oratorio non solo il pregio sudetto ma l'edificante maniera di pensare, ma l'attività a movere gli affetti convenienti al soggetto ed alcune arie felicissime. Dovendosi questo componimento cantar da' musici co' loro abiti a sedere, non si risentirà della scarsezza d'azione che si osserverebbe nella rappresentazione: né della difficoltà che s'incontrerebbe nel trovar la figura che potesse decentemente attribuirsi al Mondo attore e parlante. Nella cantata drammatica dell'Achille e Rinaldo negli Elisi si trovano tutti i pregi di sopra accennati, ed io non trovo in essa altro di che dubitare se non se, se possa ammettersi il cambiamento che si fa della scena, non rimanendo essa mai vòta di attori parlanti. Non mi sovvengo di averne incontrato altro esempio che nell'Idillio XV di Teocrito intitolato: Le Siracusane. Incominciano le due donne che lo compongono in una camera, continuano per la pubblica strada, e finiscono nella reggia d'Alessandria. Ma con questo esempio, assai utile per difendermi, io non mi crederei bastantemente autorizzato ad imitarlo. Due altre picciole osservazioni mi sono occorse, che per ubbidirla le comunico. La prima è che forse per inavvertenza ella ha scritto (o forse il copista) benedisci, invece di benedici, errore che convien correggere quando non ve ne sia esempio in autore classico che a me presentemente non sovviene. La seconda è che per aver ella sciolti i dittonghi che s'incontrano in qualche verso ha fatto comparire il verso mancante d'una sillaba.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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