Il cavalier Gasparo Luzan, mio minor fratello, obbligato dalle convenienze di nostra famiglia ad ammogliarsi, aspira a cambiar con l'abito di S. Maurizio e Lazaro quello di Malta, che già da quaranta e più anni egli porta. Le sue riverenti suppliche, mercé il favore de' sopranominati ministri, sono già pervenute a codesto Real Sovrano, e da lui a tenore della sua generosa clemenza benignamente raccolte. Ma perché possa il cavalier mio fratello portar con la giustizia medesima il nuovo distintivo che ambisce, con la quale ha portato fin ora quello che lascia, supplico V. S. illustrissima a degnarsi d'additarmi la qualità delle prove che perciò si richiedono, ond'io possa con tutta la praticabile sollecitudine somministrarle. Se l'averle già fatte in Malta fosse (come io mi lusingo) sufficiente, mi riuscirebbe facilissimo il farlo constatare e con una fede di due o più cavalieri di quell'Ordine e con le opere autentiche di qualche atto di quel Gran Maestro donde questa verità comparisse: e per tale strada, oltre il dispendio e l'incomodo, si risparmierebbe il tempo d'un carteggio che sarebbe nell'altro caso inevitabilmente lunghissimo ritrovandosi il candidato in Transilvania alla cura del reggimento che egli comanda, io in Vienna dove dimoro, e le prove da raccogliersi in Aragona.
Nel tempo medesimo che io m'avanzo istantemente a pregarla della sua assistenza e del suo favore, la supplico ancora a scemarmi il rossore dell'ardir mio con somministrarmi occasione d'ubbidirla; ed osservandole intanto e la devota servitù mia e quella del cavalier mio fratello, pieno della più sincera ed ossequiosa stima, mi sottoscrivo.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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