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      Non dubito che questo buon ecclesiastico, assumendo il personaggio di giudice, ne assumerebbe insieme l'indifferenza. Ma è dura condizione l'aspettar sentenza da chi fin'ora ha pensato e parlato sempre a mio svantaggio: e bisognerebbe in lui un grado di virtù troppo eminente per ridursi a confessar pubblicamente d'aver errato fin'ora. Il silenzio col quale, senza mia saputa, ottenne la parte avversaria la prima delegazione, giustifica il mio timore per la seconda. Non so se vi sono, né quali sono le vie di evitare una soperchieria: ed in una angustia sì grande imploro il consiglio e l'aiuto dell'Eminenza Vostra. Se il posto che gloriosamente occupa, se l'eccelso ordine ch'ella onora, e se l'autorità che le producono le personali sue distintissime qualità possono conferire non già a procurarmi una parzialità ma a liberarmi da una sorpresa, beneficherà Vostra Eminenza (valendosene a mio vantaggio) il più appassionato de' suoi ammiratori: favorirà il decoro d'una non oscura famiglia, e seconderà insieme il generoso suo benefico istinto. La contessa mia madre (che accompagna alle mie le sue più vive preghiere) mi ordina di far presente all'Eminenza Vostra l'antica sua costantissima osservanza: ed io con la dovutasommissione, baciandole la sacra porpora ossequiosamente mi dico.
     
     
     
      2638
     
      N. N. AL PRINCIPE DI HILDBURGSHAUSEN
     
      1754.
     
      La grazia che l'A. V. serenissima si è degnata concedermi ad istanza del signor abate Metastasio nominandomi come uno degli alfieri dell'illustre suo reggimento, autorizza il presente atto della profonda mia sommissione.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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