Pagina (8/190)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Certo è che per molti anni restò la fama, anzi ne' padri vecchi resta ancora in Mantova et in tutta la religione, et era come comun detto: "Non venerà mai piú un fra Paolo".
      In questo tempo apprese in Mantova la lingua ebrea piú perfettamente che in Venezia non aveva fatto. L'occasione di pratticar in corte e servire quel prencipe gli fece vedere la necessità di sapere l'istoria secolare, e subito vi fece tanto progresso che, senza ingiuria di tempi o di persone, è lecito dire che non ebbe mai pari, et usava nel studiarla un modo che continovò poi sempre negl'altri studii: ch'occorrendogli vedere un'istoria, un passo di dottrina, un problema o teorema, non interponeva in mezzo un punto, ma si sarebbe levato da tavola, di letto a mezza notte, et infaticabilmente vi s'applicava tutto, né si dipartiva sino che non avesse veduto tutto quello che vedere si potesse, ch'è il confronto d'autori, di luoghi, di tempi, d'opinioni, e con una sorte di pertinacia voleva non avere occasione di piú tornarci et esser risoluto una volta sin dove potesse arrivarvi. Et i suoi intrinsechi affermano ch'anco nell'età piú provetta, alle volte postosi in un problema matematico o altra speculazione, ci stava a far figure o numeri un giorno intiero o tutta la notte, non se ne dipartendo che col poter dire o "L'ho pur vinta", o "Piú non ci voglio pensare".
      Varii accidenti gl'occorsero nel tempo che stette in Mantova. Egli, tra le conversazioni ch'aveva avute in quella città, godeva sommamente in ragionar di quella di Camillo Olivo, ch'era già stato segretario del cardinal Ercole di Mantova, che fu legato nel concilio di Trento, e commendava questo personnaggio di gran bontà, pietà et erudizione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Vita del padre Paolo
di Fulgenzio Micanzio
pagine 190

   





Mantova Paolo Mantova Venezia Mantova Camillo Olivo Ercole Mantova Trento