Il che fatto e, ridotto in forma d'apotelesma, ne fece quel prencipe mandar copia a tutti i piú celebri astrologi d'Europa, cosí in Italia, come fuori, con questa narrativa: che nella casa del duca era nato un bastardo nel tal ponto. E so dire che per molto tempo si cavň spasso quel prencipe in farsi leggere i giudizii che da diverse parti gli venivano: e chi faceva quel bastardo cardinale, chi gran capitano, chi gli pronosticava trionfi, chi le mitre, sino a' papati.
Corse una voce, e fu cosí creduta ch'ancora oggidí non si č estinta, che fra Paolo, non sodisfatto di quell'azzione volesse partire dal servizio di quel prencipe, temendo che da un cervello bizarro, che cosí la giovialitŕ di quel gran signore era chiamata, finalmente gl'arrivasse qualche cattivo incontro. E veramente il padre narrava di quel prencipe grand'eccellenza dell'ingegno, ma anco de' bizarri gusti, che in suo tempo gl'aveva veduto prendersi. Ma egli medesimo ha anco sempre seriamente affermato che non fu da ciň mosso, né dall'essempio d'un altro frate dell'ordine medesimo, chiamato maestro Cornelio da Codogno, ch'incorso l'indignazione del duca, da cui era parimente trattenuto, fu posto in carcere, d'onde fuggí, lasciando universal opinione, per la gran diligenza per riaverlo nelle mani, che fosse per farlo morire. Anzi, sempre confermava che 'l duca aveva tutte le raggioni, et il duca onorň il padre col darnegli conto e la scrittura istessa originale, che vive ancora e m'č stata mostrata, che mosse quel gran prencipe a sí giusto sdegno; et č che, morto il cardinale Ercole Gonzaga, un certo giovane, che si portava per suo figliuolo, non gli parendo ricevere da' magistrati pronta giustizia nell'essecuzione di certi beni da lui pretesi, in forma di supplica presentň al duca un reale libello famoso, tassandolo da usurpatore, ingiusto tiranno, minacciandogli la divina vendetta e citandolo avanti il tribunale di Dio.
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