Sopra di che carcerato, propalò che maestro Cornelio teologo stipendiato gl'aveva formata la scrittura cosí indegna. La fama portò queste due cagioni del suo partire di corte, et il corso del tempo gli diede tanta forza, ch'ancora ne' piú vecchi dura, e pure è indubitamente falsa. Ma la vera causa del suo partire, il che fece con buona grazia di quel prencipe, fu perché quella vita di corte era totalmente contraria al suo genio e perché la sua fama nella religione lo faceva perpetuamente importunare dagl'amici e da' superiori, che dissegnavano valersi dell'opera sua in carichi di quella.
[Virtú e dottrina del Sarpi]
Aveva fra Paolo a quella erudizione congionta una integrità di costumi religiosi, che, benché giovanetto, veniva onorato da tutti come un'idea di modestia, di pietà e di tutte le virtú cristiane e morali. Alcune cose pareranno paradossi, ma sono cosí notorie et hanno ancora tanti testimonii vivi che chi vorrà metterle in difficoltà, converrà aver posta in faccia la maschera dell'imprudenza, avvelenata la lingua dalla bugia e corrotto il cuore da maligna passione. Dicanlo i frati, dicanlo tanti senatori: mai fra Paolo è stato sentito giurare la fe', mai una parola disdicevole, mai veduto in colera. Non sono queste singolarità di questi ultimi tempi ch'è stato servitore della serenissima republica di Venezia, ma queste et altre sono state seco dalla sua gioventú in tal perfezzione, che mai ebbe una correzzione publica, come è solito de' religiosi, mai fu ripreso d'aver detto una parola indecente, né fatto un atto disdicevole.
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