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      Nissuno de' suoi giudizii, che sono stati innumerabili, in instanza a maggiore giudice è stato riprovato. E dirò piú anticipatamente questo particolare, ch'il cardinale Santa Severina, per le cause da dirsi, si mostrò in aperta maniera desideroso che fossero retrattate certe sentenze dal padre prononziate contro alcuni ch'avevano molto la grazia di quel cardinale, et avendo fatto essaminare i processi alle relazioni de' suoi auditori, fu astretto dire ch'in somma altro non si poteva fare per giustizia.
      Levò nel suo governo le divisioni e le particolaritadi. Nissuno si dolse di lui mai, se non qualche amico, che poco discretamente s'avesse promesso da lui piú per amicizia che per merito. Lasciò la provincia con ordini et usi, i quali, se fossero stati servati, l'avrebbero preservata da molti mali che l'hanno turbata poi. Questo, come principio de' suoi carichi, scoprí la portata della sua prudenza ne' negozíi e la desterità ne' governi, i quali con l'età crebbero in lui a tal eccellenza, ch'in mole cosí grande e numero cosí innumerabile di negozii che gli sono passati per mano, nissuno pareva cosí involto di difficoltà e cosí intricato, che o quell'ingegno sovraumano non gli trovasse il capo per iscioglierlo e districarlo, o era affatto inestricabile. E come d'alcuni famosi chirurgici fu scritto che, ove applicavano le loro fortunate mani, non era piaga non curabile, cosí a lui venivano da ogni sorte di condizione di persone riferite le cose stimate piú ardue et inestricabili, con sicurezza ch'egli o vi troverebbe immediate il vero ripiego, o che nissuno se ne potesse piú sperare.


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Vita del padre Paolo
di Fulgenzio Micanzio
pagine 190

   





Santa Severina