E passò tanto inanzi, che rappresentò a Roma questo fatto com'una disubidienza; e dalla corte del protettore, ove avevano l'intelligenza, cavorono una lettera che fu pretesto ricercato; e cosí levorono fra Giulio e lo mandorono fuori del dominio a Bologna, dopo ch'era dimorato a Venezia in sommo credito di bontà piú di cinquanta anni. La carità verso di lui mosse il padre a fare un viaggio a Roma, ove negoziò et ottenne il ritorno a Venezia dell'innocente padre suo, ove ne ritornò alli studii soliti et essercizii.
[Abitudini e sapere del Sarpi]
Non è da concorrere nell'opinione di quei filosofi che le nostre facoltà sensitive e mentali siano pure e mere possibilità, perché, cosí tenendo, non sarebbe che caso e buono incontro di migliore o deteriore complessione e temperamento. È però cosa certa il temperamento e la complessione avere gran parte nell'abilità o inablità degl'uomini. Aveva il padre i sensi i piú sottili et i piú vivaci che per avventura si trovassero in alcuno, specialmente l'occhio con una vista acutissima e velocissima; il tatto perfettissimo, con che discerneva cose che parevano insensibili. Era cosa stupenda ne' cibi composti com'immediate sentiva o il benefizio o il nocumento, distinguendo infallibilmente l'uno dall'altro a meraviglia. Onde quando è stato in tempo che con certissime ragioni et evidenza sapeva non esser superflua la cura di guardarsi da' veleni, non si prese giamai un minimo fastidio, non solo perché conosceva a pruova, anco miracolosamente, esser ben guardato quello ch'è in protezzione di Dio, ma ancora per quello che aspetta alla prudenza umana, teneva sicuro ch'in cibo l'esquisitezza del suo senso l'avrebbe avvertito; e nel bere, ove piú sta il pericolo, aveva piú oculata provisione.
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