Sono capitati in Venezia di nostro raccordo varii virtuosi in separate professioni. Un oltramontano, ch'aveva fatto studio isquisito nelle proprietà della calamita, e credeva, e con buona ragione, saperne quanto alcun altro, fu introdotto a colloquio col padre, e trovando che non poteva portare né speculazione, né esperimento che 'l padre non sapesse, e molto piú e con le sue raggioni e fabrica degl'istromenti, restò cosí attonito, che non sapeva ove si fosse. Le piú rare invenzioni d'istromenti, machine per misure, per pesi, per orologi, per le matematiche e per le militari, per tutti i propositi, gli venivano fatti capitare da vedere e farne il giudizio. Cosa stupenda! come se non avesse mai atteso ch'alle mecaniche, immediate comprendeva il dissegno e giudicava se poteva servir all'effetto preteso o non; il modo di megliorargli, o facilitargli, o farne d'altri per l'istesso, che opposizioni, che difetto. In tanto grandi ingegni ancor viventi, che comunicandogli i suoi pensieri sopra l'inventare qualche nuovo istromento di sopradetti fini, testifichino essi con che velocità giudicava s'era possibile, o no; e s'era possibile, come si potesse facilitare; e se 'l suo giudizio gl'è mai riuscito fallace. Ma piú dicono quelli che gl'hanno fatto vedere di tali stromenti, prima che di spiegargli col dirgli: "Questo è un istromento o da pigliar siti, o da misurar viaggi, o da levar pesi, o saper ritornar in luoghi incogniti per le strade medesime" con che facilità gli prononziava che cosa fossero.
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Venezia
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