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      Ma della communicazione con eretici, benché niente fosse provato, fu però fatto grave impressione nella mente di Clemente VIII, che se ne raccordò. E quando il padre fu proposto al vescovato di Nona, confessando saper ch'egli fosse uomo di lettere e di molta capacità, aggiunse anco non meritar dignità dalla Chiesa, per le prattiche che tenute avea con eretici. Il che però altro fondamento non aveva se non ch'essendo la città di Venezia tale, che da tutte le parti del mondo invita, non solo per ragione di negozio mercantile a vederla, ma anco quelli ch'hanno gusto delle cose mirabili, e ritrovandosi il padre sin allora in concetto d'un de' piú letterati ch'avesse il mondo, i professori delle scienze, che non solo d'Italia, ma ancora dall'altre regioni, e massime i gran personaggi, stimavano degna cosa delle loro peregrinazioni il vedere et aver congressi litterati con un uomo ch'in tutte le professioni non solo poteva dar loro sodisfazzione, ma licenziargli con maraviglia. Et egli, che sapeva che non solo i termini d'umanità e civilità, ma le più rigorose regole canoniche non obligano a schifare chi che si sia, se nominatamente et in individuo non sia dalla Chiesa condannato, senza ricercar altro, tutte le sorti di forestieri faceva degni della sua virtuosa conversazione.
      Alle volte veniva a questo astretto anco da' padroni, come quando monsieur d'Evreux, poi cardinal di Perrone, veniva da Roma, ove infruttuosamente prima aveva trattata la riconciliazione d'Enrico IV, e passò per Venezia, furono deputati a tenergli compagnia l'illustrissimo Luigi Lollino, poi vescovo di Belluno, nelle lettere greche et umanità senza pari, et il padre, che lo fecero piú giorni quasi sempre in discorsi di Stato o di lettere.


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Vita del padre Paolo
di Fulgenzio Micanzio
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