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      Le quali lettere aveva conservate (vi sono ancora) per titoli della sua obligazione a Sua Signoria Illustrissima. Mostrò il cardinale gran segno di sodisfazzione, e ripigliò che veramente, avendo conosciuto per inanzi i suoi diportamenti, non credeva altrimente, e diede parola che voleva che si pacificassero insieme egli e maestro Gabriello, come anco con l'auttorità d'esso protettore fu esseguito.
     
     
      [Sarpi si apparta dalla vita dell'ordine]
     
      Ritornò a Venezia et all'amata ritiratezza e quiete, con qualche gravame delle sue come naturali indisposizioni, essacerbate dal viaggio e patimenti. E se bene vi restava, come suol dirsi, un poco di mare vecchio delle passate fortune, tutto però egli con una prudenza incomparabile e pazienza moderava. Et in questi anni che seguirono parve ch'anco le sue infermità volessero far pace, che per lo spazio di piú di 25 anni non gli avevano fatto che tregue brevi e mal sicure. Imperò che del flusso epatico restò sano, senza saper altra cagione che del periodo suo finito. Aveva di tempo in tempo fattovi diversi rimedii, cosí per la gran cognizione ch'aveva della medicina, com'anco per parere de' medici conspicui, eccellenti e celebri, de' quali aveva in Venezia et in Padova gran familiarità. E per la procidenzia dell'intestino retto, ch'in passando inanzi con gl'anni poteva renderlo inabile ad ogni azzione e fissarlo se non in un letto, almeno in una stanza, egli aveva di tempo in tempo tentate cose assai senza profitto. Poi si diede a trovar istromento per ritenerlo, e dopo molti, diede in uno finalmente cosí appropriato, ch'ha potuto portare quel male sin'all'ultimo giorno di sua vita, senza che l'impedisse da azzione alcuna, piú che se non l'avesse avuto, et è cosí facile e di sí pronto uso, ch'avendolo comunicato anco ad altri, gli ha fatti i medesimi effetti, conservandogli al moto, alle azzioni, che senza di quello, o altro dell'uso medesimo, senza dubbio sarebbono stati in gran pene e difficoltà.


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Vita del padre Paolo
di Fulgenzio Micanzio
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