Durò questa calma circa sei anni, che la sua vita era, dopo i divini offizii, a quali mai mancava, come s'è detto, senza impedimento, tutta spesa ne' studii e nella conversazione da' virtuosi. Dalle note ritrovate, che ancora sono in essere, appare ch'egli in questo tempo mutasse la qualità de' suoi studii e tutto si dasse, oltre l'istoria ecclesiastica e profana, quale studio mai intermesse, alla filosofia morale. Per avventura, ciò che di Socrate si scrive, non è un fatto singolare o pure volontario, ma come naturale a tutti gl'intelletti ch'hanno del transcendere, che dopo speculato ove si può arrivare dall'universo, si trasportino totalmente alla morale, quanto alle cose inferiori unica speculazione dell'umanità. Ciò nasce o dal desiderio fatto piú intento di migliorarsi, o da qualche acatalepsia che s'incontri, o da sodo giudizio della vanità anco delle scienze e della eccellenza della virtú, o della singolarità di quella parte di metafisica, ch'ha per oggetto l'intelligenza e suoi modi, e l'azzioni umane interne, o da altro. Certo è che 'l padre Paolo s'applicò a tali studii e vi si diede tutto.
Per inanzi aveva essaminate tutte l'opere d'Aristotile e di Platone, che ve ne restano alcune notarelle di parte in parte di quello e [di] dialogo in dialogo di questo, ma cosí brevi e per il piú con scrivere la sola prima lettera della dizzione, che si vede chiaramente che overo scriveva a sé solo, per rammemorativi, overo nella sua vecchiezza dissegnava materia di qualche opera.
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Socrate Paolo Aristotile Platone
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