Ma credo il primo, perché non si prometteva vita d'un anno, come ha sempre constantemente affermato. Aveva essaminate anco le dottrine di tutti gl'antichi filosofi, di tutte le sette, per quanto restano le memorie in scrittori sparse, e fattone giudizio.
Aveva parimente essaminate l'opinioni de' scolastici cosí de' reali, come de' nominali, ch'egli stimava molto; il che pure consta da alcune note di simile forma; le matematiche di tutte le spezie, le medicinali, le anatomiche, i semplici, i minerali, le mecaniche di tutte le qualità, sopra le quali vi restano note nel modo sopra detto, e quel poco che v'è d'intelligibile è tutto prezioso e mostra che ricchezza fosse nascosta in quella minera di quel raro intelletto. Restano ancora lettere de' primi uomini in erudizione del suo tempo, in quali si vede che ricercavano il parer suo nelle piú ardue difficoltà delle scienze, particolarmente delle matematiche. E quando alcuno aveva o osservato, o inventato cosa alcuna peregrina, ne voleva il suo giudizio. Oh, gran danno, di non vedersi le sue risposte! Ho veduto certo discorso mandatogli da un Marioti, che in molti capi tratta del flusso e riflusso, e si vede che 'l padre non l'approvò per saldo dalla copia d'una lettera, in quale gli dice mandargli ciò ch'intorno al moto dell'acque aveva egli osservato et inteso. Io deploro l'infortunio delle lettere e la sventura degl'uomini, che sempre di tempo in tempo si sia perduto quello ch'i grand'ingegni hanno ritrovato. Che sciagura è questa che nell'istorie ci sia necessario cominciare da Erodoto, e tutto il precedente (non vanno in questo rollo le sacre della Bibia, dono di Dio, non industria umana) non sia altro che favole e sconcerti; nell'astrologia e geografia da Tolomeo; nelle matematiche da Euclide; e tutto il resto, cioè l'opere di tanti eccellenti spiriti, de' quali a pena resta il nome, siano perite.
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