E perciò fece molti essorbitanti tentativi, tra' quali era uno molto ridicoloso. È solito ne' capitoli, congregati quei ch'hanno voto, farsi un scrutinio di loro per legitimare l'azzioni capitolari. E questo si fa col poner in arbitrio di ciascuno d'opponer a qualunque vuole. Si levò maestro Santo e maestro Arcangelo, e per far un niente in diligenza, e con sforzo una buffoneria conspicua, opposero tre capi di querele al padre Paolo, con una indignazione et irrisione di tutto il capitolo; e furono che portasse una barretta in capo contra una forma che sino sotto Gregorio XIV disse esser proscritta; che portasse le pianelle incavate alla francese, allegando falsamente esserci decreto contrario, con privazioni divote; che nel fine della messa non recitasse lo Salve Regina. Cose che furono risolute dal vicario generale presidente e provinciale in niente, et esplose da tutta questa radunanza con un fischio e calpestio. E perché le pianelle d'ordine del giudice gli furono levate da' piedi e portate al tribunale, uscí come in proverbio che dura ancora: "esser il padre Paolo cosí incolpabile et integro, che sino le sue pianelle erano state canonizate". Che il non recitare lo Salve Regina non paia indevozione, longo sarebbe il portar il suo fondamento, perché non s'indusse a farlo; certo è, che n'aveva ragione cosí fondata, che piú legitimamente egli lo tralasciava, che gl'altri in quel tempo l'aggiongessero contra i riti alla messa, derogando con decreto particolare d'un capitolo di trenta frati agl'ordini universali della Chiesa.
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