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      Primieramente fu stimato necessario dar un breve racconto al mondo dello stato della controversia, la quale da' scrittori alla corte romana divoti et applicati veniva mascherata e disguisata in modo che restava il popolo ingannato, come che la controversia mossa toccasse la religione, ove d'altro non si trattava che di giurisdizzione. E sul bel principio da Milano uscí una longa scrittura a stampa, e fatta studiosamente capitare et affigere di notte ne' luoghi publici in Bergamo e sul Bergamasco, in quelle terre che nel temporale sono soggette alla serenissima republica e nelle cose spirituali all'arcivescovo di Milano. Conteneva cose essorbitanti: che i sacramenti non sarebbono validi, i matrimonii concubinati, i figli illegitimi, et altre tali cose contrarie alla dottrina della medesima legge canonica. Questo fece vedere la necessità di dare un breve racconto al mondo della verità. E perché il padre non ha mai fatto professione di lingua, nella quale non aveva mai fatto studio, se non per servirsi all'esplicazione de' suoi sensi, raccolse in una scrittura in capi tutto quello che gli pareva opportuno da dirsi, e fu poi dato carico di dargli forma a Giovanni Battista Leoni, uomo versatissimo nella bellezza della lingua italiana, ch'aveva sempre atteso a quella quando fu secretario del cardinale Commendone et altri prelati, e felicemente aveva dato alla stampa molte cose grate a' virtuosi. E dopo esser stato egli un giorno in compagnia del Leoni per ben informarlo, essendo occupato continuamente in cose maggiori, mandò fra Fulgenzio, ch'aveva avuto qualche parte in far quella raccolta e vedere diversi luoghi in fonte negl'auttori, a discutere le materie di capo in capo.


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Vita del padre Paolo
di Fulgenzio Micanzio
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