Ma essendo l'opera publica, il giudizio lo facciano i dotti e pii professori della verità.
Il Leoni scrisse, ma come quanto all'eleganza e dolcezza della lingua diede anco soverchia sodisfazzione, cosí in quello che toccava il corpo sodo e la sostanza in niun modo sodisfece. E veramente è impossibile che chi non è per se stesso capace d'una materia, ad informazione altrui ne possa scrivere bene sodamente; e quanto piú per l'erudizione della lingua e forma di lei s'affaticherà negl'ornamenti, tanto piú l'opera riuscirà vuota di buoni sensi. Non piacque neanco agl'altri che la lessero. E perché in questo mentre in diverse parti erano usciti alla stampa un stuolo di libretti pieni di somma petulanza et impudenza, e ne' quali o senza toccare la controversia si consumavano in maledicenze contra la serenissima republica et in concetti sediziosi con i popoli, o pervertivano afatto lo stato della causa, per poter confutar i proprii fantasimi et imbrattare la carta in vana diceria et adulatorie declamazioni, o leggermente toccato quello che si trattava, divertivano a materie impertinenti, fu stimato necessario che per ordine publico il padre Paolo scrivesse egli medesimo; e scrisse l'opera che corre sotto il suo nome e porta il titolo di Considerazioni sopra le censure, della pietà e sodezza della quale sono giudici gl'intendenti, e se le confutazioni fattele contra sono confutazioni o confessioni d'una causa disperata.
E perché contra questa, come contra un bersaglio, indirizzarono le loro saette una moltitudine di scrittori (de' quali è cosí abondante l'età nostra) che de' loro studii o scritti hanno per fine il guadagno o gl'onori piú che la verità, tra tutti ritrovando ch'un padre Bovio, carmelitano, aveva scritto manco spropositi, volse ch'a questo fosse risposto col libro chiamato Le confirmazioni, che porta il nome di maestro Fulgenzio, il quale se merita laude, tutta debbe esser attribuita al padre, col cui indirizzo et aiuto fu composto.
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