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      Dopo è corsa opinione in molti luoghi, ma in Roma hanno publicato per cosa indubitata, ch'egli fosse l'auttore dell'Istoria del concilio tridentino, spiegata in otto libri e stampata in lingua italiana in Londra, che poi è stata tradotta in tutte le lingue in Europa piú comuni: argomento che sia opera non ordinaria. E può esser che Roma n'abbia preso argomento dall'esser certo che 'l padre Paolo per longo tratto d'anni con somma cura andava raccogliendo quanti documenti poteva con amicizie, con spesa, non risparmiando fatica, intorno la celebrazione di detto concilio, e non solo in Italia, ma anco fuori. E nel tempo che gl'era lecito conversare con gl'ambasciatori de' prencipi, che fu anco dopo l'esser teologo e canonista, sino che fu fatto consultore di Stato, ebbe l'ingresso in tutte le secrete.
      Era stato intrinsichissimo di quelli di Francia, di Ferrier, di Messe e di Fresnes, e di Ferrier particolarmente, che s'era trovato nel sudetto concilio e n'aveva gran memorie e lettere, che sono il fondamento piú sicuro e reale dell'istoria. Ha fatto di ciò argomento, benché lieve, l'inscrizzione, ch'è "Pietro Soave Polano", ché l'anagrammatismo riviene a "Paolo Sarpio Veneto", il nome e cognome del padre. Ma a questi incontri la materia è infinita e la fatica vana.
      Sia come si voglia, sono di parere che 'l giudizio del sapere del padre non si possi fare da' scritti suoi, se non fosse con la discrezione, che come sottil artefice può da una sol unghia conoscere la grandezza del leone, e come nell'istorie, che dalla misura d'un solo dito si comprese per regola di proporzione la grandezza e vastità del colosso di Rodi.


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Vita del padre Paolo
di Fulgenzio Micanzio
pagine 190

   





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