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      La spia, o guida, fu un prete, Michiel Viti bergamasco, solito offiziare in Santa Trinità di Venezia, che non lasciò dubitare quanti mesi precedessero questo bel effetto prima che fosse mandato alla luce; poi che questo prete la quadragesima antecedente, sotto specie d'aver gusto delle predicazioni del padre maestro Fulgenzio, andava ogni mattina in convento de' servi alla porta del pulpito, che risponde alla parte di dentro, e cortesemente trattava con lui, ricercandolo anco di qualche dubbio di coscienza. E continuò di poi sempre a salutarlo et anco andar in convento a visitarlo, parlandogli sempre di cose spettanti all'anima. Cosí facilmente et ordinariamente la religione è fatta istromento delle piú gran sceleraggini di quelli che o sono caduti dalla destra, o affascinati da più potente errore, con ubbidienza cieca si lasciano guidare.
      Prima di questo essecrando successo per innumerabili volte aveva maestro Fulgenzio osservato che quasi infallibilmente, nel ritornar a casa col padre e con la compagnia, s'incontravano sul ponte di Santa Fosca, o poco di qua o di là, ora con uno, ora con due soldati, che dopo constò esser i sicarii. E perché gli vedeva fissamente risguardar il padre e talvolta, trapassati, rivoltarsi a guardargli dietro, di ciò l'avvisò. Ma di ciò fu ripreso di troppa curiosità e sospizione perché alle cose che debbono succedere nissuno avvedimento umano può trovare impedimento.
      Prima di ritornar al padre ferito, tollererà il lettore un poco di trastemporazione e digressione sopra i sicarii, perché l'animo non restarebbe contento senza udirne gl'avvenimenti.


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Vita del padre Paolo
di Fulgenzio Micanzio
pagine 190

   





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