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      Ma considerando il successo, se non pieno di miracolo, almeno d'una particolare dimostrazione della divina providenza e custodia specialissima dell'innocente padre, si contentò che fosse appeso a' piedi d'un crocifisso nella chiesa de' servi, ove ancora si trova con l'inscrizzione: "Dei filio liberatori". Ebbe il dí seguente alle ferite la nuova della morte di monsieur di Maisse, di cui sentí dolore immenso, che dimostrò al signor Pietro Asselineo col dirgli: "Noi abbiamo perso il nostro monsieur di Maisse: questa è ben grave ferita, che non ha rimedio". Et in questa condizione umana, che tra amici si sia o spettatore o spettacolo, sí come il padre amava sinceramente, cosí nella perdita sentiva gran scontento e doglia.
      Non poteva la serenissima republica fare dimostrazioni maggiori, né della stima del padre, né del publico dispiacere dell'accidente, né della munificenza, sua ordinaria proprietà, né della carità verso chi la serve. Imperoché alla nuova del caso, l'eccellentissimo senato, che era ridotto, essendo venerdí, immediate si licenziò senza proceder piú oltre, e con un mormorio universale di condoglienza, restando riddotto il consiglio de' Dieci, che ha cura de' casi gravi criminali, e concorsero tanti senatori al convento de' servi quella sera, che pareva ch'in quello si volesse tenere il senato. Mandò al monasterio danari per spendere nella cura. Oltre il concorso de' senatori primarii, che ordinariamente lo visitavano, fu mandato a visitare ogni giorno per publiche persone, e sovente volse che i medici andassero nell'eccellentissimo senato a dare relazione dello stato del padre, e con ricca ricompensa di collana e medaglie creò cavaglier il signor Acquapendente per esser stato alla cura.


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Vita del padre Paolo
di Fulgenzio Micanzio
pagine 190

   





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