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      Imperoché, se bene dal principio la serenissima republica l'aveva assonto al suo ser vizio e gl'aveva assegnato stipendio convenevole, egli però sin a questo tempo non aveva voluto valersi di piú che la necessità richiedesse, senza punto declinare dal rigore della sua religione e povertà, contento del semplice vitto e vestito, senza alcuna alterazione. Ma in questo accidente fu costretto primieramente non caminar a piedi per terra da' servi a San Marco, sendogli necessario passar per viotoli, che danno gran comodità a chi avesse voluto levargli la vita, ma usare la comodità delle gondole. Onde ne' se deci anni seguenti ha costumato andar in barca, smontando a Rialto per fare quella poca strada della Merzaria, sicura per esser tanto frequentata, e per essercizio quotidiano per non si rendere inabile a caminare.
      Parimente vidde necessario aver almeno due compagni, uno che lo servisse et uno per scrittore. A questo, ch'è stato fra Marco, avendo in due sole poste speso prima 600 ducati, e poi 50 di buona valuta all'anno; et a fra Marino 300 di banco da lui posti a dieci per cento, acciò ch'avesse un sussidio fermo, e poi quaranta all'anno. Et oltre di questo, nel convento trovò necessario slargare la mano a' maneggiatori del pane e del vino et a' cuochi, ad alcuno de' quali ha donato sino 60 ducati in un anno. Né alcuno chi leggerà questa vita stimerà imprudenza o prodigalità, ma necessaria diffesa della vita. È passato anco a donar largamente all'occorrenze, e spender per il convento.


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Vita del padre Paolo
di Fulgenzio Micanzio
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