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      Cosí avvenne dell'odio e malevolenza che l'interesse d'avanzare alla corte aveva presa radice in molti, persuasi in ciò di fare piacere al sommo pontefice, et è fatto come naturale, perché spesse volte avviene di prender dal principio a mostrare d'aver un affetto, benché non s'abbia, e si finge averlo per arrivare a qualche fine, ch'in progresso non ce n'accorgendo siamo realmente trasportati nell'affetto; anzi è osservato ciò avvenire anco negl'affetti di natura corporali, infermità et altri. Cosí molti, che da principio, senza saper altro perché, se non che mostrando odio all'innocente padre credevano dar nell'umor della corte e portarsi inanzi (il che anco è ben succeduto a molti, d'aversi fabricata la sua fortuna sul solo fondamento detto), entrarono poi realmente nell'affetto d'un odio e malevolenza, e la fomentavano e fingevano con una fama falsa, ch'il padre fosse contrario a' preti, e nelle consultazioni facesse contra la giurisdizzione ecclesiastica, ch'oggidí è il solo centro ove arrivano tutte le linee loro. Falsità cosí espressa, com'è noto a chi governa; e non potendosi in ciò passar piú oltre, testificaranno a gloria di Dio s'egli serviva di freno o di sprone, se i negozii lo portavano e gl'offizii continuati in favor dell'ordine clericale, e se è stato perpetuo avvocato per la giurisdizzione e libertà ecclesiastica, vera, canonica e legitima, non già dell'usurpata et inviata a sovvertire i publici governi e la religione medesima. Perché il padre con intentissimo zelo asseriva sempre niuna cosa piú ostare a' progressi della cattolica religione che il voler estendere questa libertà ad una licenza, e che questa sola aveva cagionato e manteneva cosí deplorabile divisione nella religione, et hanno avuto gran torto alcuni di calunniarlo, che mai o nelle sue consulte, o ne' scritti abbia procurato deprimere la giurisdizzione ecclesiastica et essaltare sopra il dovere la potestà de' prencipi secolari.


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Vita del padre Paolo
di Fulgenzio Micanzio
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