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      Dirò questo solo, ch'un gran prencipe, mandando un suo figliuolo in Italia, gli commise nell'instruzzione che non facesse fallo di visitare orbis terræ ocellum, dando questo titolo al padre. E quando venne a Venezia l'ambasciatore de' signori Stati d'Olanda, il signor Arsens, avendo fatte tutte le diligenze per vederlo, gli venne fatto, perché ridotto nell'antisecreta per udirsi leggere la risposta dell'eccellentissimo senato alla sua domanda, come s'usa, visto il padre che passava per la stessa in andando al suo luogo, disse a quel senatore che gli teneva compagnia, l'illustrissimo signor Giustiniano, esser tanto contento d'aver veduto sí grand'uomo, il piú cospicuo d'Europa, che sarebbe ritornato contento alla sua patria, se bene non avesse ottenuto alcuna delle cose domandate alla serenissima republica, e stimar ben impiegata la fatica e spesa del viaggio. Ho anco saputo per documenti veduti che da due teste coronate è stato ricercato se volesse accettare in suo servizio in cose importantissime, per la relazione avuta della portata del padre da' suoi ambasciatori in Venezia residenti; ma egli co' termini debiti a' piú gran prencipi ricusò partire dal servizio del suo soprano naturale, al quale Dio l'aveva chiamato.
      D'uno di questi congressi è ben necessario far particolar menzione. Il prencipe di Condé, che l'anno 1622 (che fu il penultimo della vita del padre) venne a veder l'Italia, volse ad ogni modo aver discorso con lui, che non voleva condescendervi. Ma il prencipe l'assediava di modo in monasterio, che piú volte fu astretto star risserrato in cella, anco senza prender cibo, perché sapeva il prencipe che vi era.


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Vita del padre Paolo
di Fulgenzio Micanzio
pagine 190

   





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