Per questo, se bene alla diffesa della sua libertà fu in tutti i corpi e consegli di Venezia una concordia singolare, erano però in tutti soggetti di maggior valore d'eminenza che facevano come la guida agl'altri. Le comparazioni non s'admettono nelle republiche, onde non conviene nominare i particolari. Ma generalmente parlando, fu grazia e providenza di Dio che i piú risoluti e disposti alla diffesa comune fossero anco i piú grandi, non solo per nobiltà, onori, esperienza, abilità et attività, ma anco per pietà e religione. Parte d'essi sono ancor viventi, senatori eminentissimi e per purità e zelo di santa religione conosciuti da tutti; gl'altri con fine religiosissimo sono passati alla gloria de' beati. Avventorono gl'ecclesiastici sudetti i loro maledici dardi particolarmente in questi, come piú cospicui et alti, tassandogli da innovatori di religione, incaricandogli d'aver dissegno di far rivoltar la republica alla religione de' protestanti.
Gl'oltramontani, ch'attentissimi agl'effetti e fine di sí famosa controversia curiosamente leggevano ciò che veniva publicato, credettero vero ciò che veniva dagl'ecclesiastici con tanta asseveranza publicato, che la serenissima republica negasse l'ubidienza al papa e fosse in procinto al mutare religione, poiché i principali del governo avessero tal dissegno. E quelli tra loro piú zelanti, allettati da speranza di poter ampliare la loro religione, avendo osservato ch'in tutte le occorrenze che la Chiesa romana aveva intrapreso di scommunicare prencipi et interdire Stati, n'era seguita qualche rivolta, stimarono d'aiutar questa avidamente in speranza divorata di mutazione.
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