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      Di che dopo la carità (la piú grand'inventrice del mondo) gli ha soggerito il modo con procura e testamenti, quanto sia lecito per le leggi. E sono arrivati questi signori a tal perfezzione di carità, che 'l morire l'uno per l'altro, che è stato il ponto riputato supremo, nella preparazione vicendevole, e non già in ombre, ma coll'effettivo presentarsi a' pericoli, è cosí inferiore all'amor loro, che ne parlano come di cosa leggiera e da non ne far stima et in quale non trovano difficoltà imaginabile. Molti hanno avuto sospetta la durevolezza, et il padre medesimo, vedendo l'ardenza del signor Marco, n'ebbe dubbio. Ma pratticato poi il signor Barbarigo (se l'animo si debbe dire un mare, rispetto agl'affetti e perturbazioni), un mare sempre placido et in calma, e verso l'amico senza venti, senza flusso e riflusso, et un'eterna tranquillità, et una mente, benché senza professione ostentiva di scienze, capace di tutte le cose, massime spettanti all'umanità, mutò il pensiero e l'ebbe per perpetua, e disse esser la congionzione del ferro e dell'acciaio, ch'uno presta la sodezza e l'altro acume. Et alle cose dopo avvenute, io ancor pensando all'amicizia loro, oggidí una delle glorie della nostra città e del nostro secolo, ho conchiuso che se tra loro potesse nascere divisione, non potrebbe ciò avvenire da altra causa, se non che, come si parla d'esponersi a pericolo, l'uno e l'altro vuole esser quello e contesta che l'altro sia riservato; e ciascuno crede averne raggione, facendogli la carità acutissimi in ispiegarle e nel confutare quelle dell'altro.


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Vita del padre Paolo
di Fulgenzio Micanzio
pagine 190

   





Marco Barbarigo