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      [Gli ultimi mesi]
     
      In questo stato di consumatezza di tutte le scienze, perfezzione di giudizio, senza diffetti di memoria, che gl'era piú ricca e piú fedele che mai fosse stata, con quella sanità ch'una complessione tale comportava in una persona cosí continuamente affaticata in gran maneggi e negozii, e senza mai alcuna relassazione, fuori che di vedere gl'amici, entrò nell'anno 69 della sua età, e nel fine della quadragesima, il sabbato santo, trovandosi nel suo luogo solito della secreta dell'eccellentissimo senato, venuta una subita mutazione di caldo in freddo e venuto agghiacciato, si trovò in un punto con la voce arrochita e con un raffreddamento cosí terribile, che per esser quella la prima volta ch'in vita sua avesse provato ciò che fosse catarro, come diceva, lo travagliò piú di tre mesi, con manifesta febre, senza però che mai mutasse o il vivere, o rallentasse le sue solite fatiche. Si vidde manifesta declinazione delle forze et egli sempre disse non esser mai guarito di quel male. E come questa continuata indisposizione interpretasse una divina ammonizione, fu osservato da' suoi familiari che nelle cose dello spirito si fece molto piú del solito devoto et attento, et in particolare nella meditazione incomparabilmente piú assiduo. Sí che, ove prima, oltre l'ordinarie sue preci e spirituali essercizii, tutto consumava parte in farsi leggere dal suo scrittore, o far scrivere o scrivere di sua mano; dopo questo tempo non si faceva piú leggere o scrivere, se non precisamente quanto la necessità del suo carico, e publico servizio lo costringeva.


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Vita del padre Paolo
di Fulgenzio Micanzio
pagine 190