L'altra, che fissando gl'occhi nel suo crocifisso, che solo teneva inanzi, con un teschio naturale d'una calvaria, gli tenne cosí un poco, e poi bassati e chiusi, con un gesto ridente spirò l'anima nelle mani di Dio.
Questo fu il fine di questo gran personaggio, e piacque alla divina disposizione che tale fosse testificato all'eccellentissimo senato con scrittura publica e con giuramento e sottoscrizzione di tutto il colleggio de' reverendi padri de' servi che furono presenti, contra le favolose bugie e sfacciati mendacii divulgati dopo, ch'ei morisse con urli e stridi, con apparizioni d'un cane negro, e cose di questa sorte; come anco che dopo si siano sentiti gran strepiti nelle sue celle. Cose solo visibili et audibili in case lontanissime de' grandi ecclesiastici, e sin a Roma, ma non da chi viveva et abitava le stanze, né da chi si trovò presente. Cose simili furono machinate anco contra la memoria del duca Leonardo Donato, eroe glorioso; et inanzi avevasi veduto tal impudenza di publicar anco a stampa cose prodigiose, successe l'anno dell'interdetto contra i diffensori della causa veneta. Il che può esser argomento quanto si possa credere alle narrazioni di simili accidenti, scritti di persone lontane di luogo e di tempo, che furono in abominazione della corte romana. Confesso che questi essempii cosí recenti mi fanno sopra modo dubitare dell'alterazione e falsificazione di tante narrazioni fatte ne' passati tempi e tenute occulte, e publicate tanto posteriormente, quando i soli fautori delle fazzioni degl'ecclesiastici avevano la comodità delle stampe, e che senza alcun scropolo abbiano o comendati, o vituperati tanti uomini grandi, non per causa di verità, ma solo a misura che furono o favorevoli, o contrarii agl'interessi loro mondani.
| |
Dio Roma Leonardo Donato
|