E quanto alla gloria di cosí grand'eroe e cosí eccellente creatura, come ad alcuni capitani di gran valore gl'accresceva bene spesso il trionfo negato, piú che concesso, com'era noto l'impedimento nascere da quei scelerati tiranni, quali furono Tiberio, Nerone et altri, cosí averrà del padre Paolo. E se doveva essergli fatto un scudo colla sua effigie, riuscirà quello che fu detto dell'imagini di Cassio e Bruto, ch'in una funebre pompa erano le piú cospicue e prefulgenti, perché per la violenza della tirannide non erano tra l'altre vedute. E se di queste consolazioni umane resta alcun senso a quelli che sono in Dio, quella grand'anima del padre Paolo riceverà contento; che la perversità altrui ha favorito le sue intenzioni, che furono disprezzatrici di tutte tali consolazioni de' vivi. Viverà il padre Paolo in Dio eternamente, ch'è il solo bene desiderabile, ma viverà anco nella memoria degl'uomini per le sue eroiche virtú; contra i quali monumenti non può né il tempo, che consuma i marmi e metalli, e meno il pazzo poetico errore di chi crede che la fama degl'uomini stia in un sasso, soggetto all'ingiurie anco de' tristi.
E perché il passato è buon maestro del tempo da venire, non si deve tralasciare che tra gl'altri che furono presenti al pio, essemplare e felice transito del buon padre, si trovò anco, fatto andare per ubbidienza da chi prevedeva piú inanzi, maestro Agostino Misani da Venezia, sopranominato il poeta, il quale, anco astretto dalla verità con giuramento, è sottoscritto alla narrativa presentata all'eccellentissimo senato, di sopra menzionata.
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