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      In una tesi che, in virtù del vetusto pregiudizio, sembra in sè stessa esagerata per quanto vesta misurate le forme, spingere il principio fino all'ultime sue deduzioni teoriche, ed affrontare fino all'ultima delle sue pratiche applicazioni, è tale ginnastica, che reclama tutta la gagliardia del pensatore e tutta l'abilità del diplomatico; e l'una e l'altra ha l'Autore posta al servizio della sua tesi di simpatia, e con un successo del quale nutriamo salda fiducia che le donne dovranno applaudirsi.
      Noi raccomandiamo perciò caldamente questo libro alle donne, affinchè si facciano vieppiù attive, solerti ed illuminate sui loro interessi, e non transigano sul dovere ch'esse hanno di rivendicare nei loro diritti i mezzi del loro perfezionamento.
      Lo raccomandiamo vivamente a quelli uomini, e ve n'hanno pur molti, nei quali il pregiudizio delle incapacità delle donne basa sulla forza della consuetudine e sull'inerzia della mente piuttosto che sull'egoismo personale e sulla passione di corpo.
      Lo raccomandiamo a quella parte, sgraziatamente ristretta dei ministri d'ogni confessione religiosa, che ha ancora salvato qualche angolo dello spirito dall'invasione del convenzionalismo religioso, e crede ancora di poter accogliere nella onesta coscienza il retto dettato della ragione, indipendentemente dalla sanzione di un qualunque superiore.
      Lo raccomandiamo ai fisiologi affinchè non rallentino le loro osservazioni sulle differenze costitutive della fisica organizzazione dei due sessi, che sono oggi ancora poco più che incipienti, ammoniti dall'esempio della scienza geologica, che se giunta alla metà del suo cammino demolì, giunta alla fine, ricostituì quel che avea demolito.


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La servitù delle donne
di John Stuart Mill
Carabba Editore Lanciano
1932 pagine 161

   





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