Nelle questioni di ordine amministrativo, è ammesso che il peso delle prove dev'essere sopportato dagli avversari della libertà, dai partigiani delle misure restrittive o proibitive. Sia che si tratti di recare una restrizione alla libertà, ovvero di colpire d'incapacità, o di una ineguaglianza di diritti, una persona od una classe di persone: la presunzione: è a priori in favore della libertà e della eguaglianza: le sole restrizioni legittime sono quelle invocate dal bene comune; la legge non deve fare eccezioni, essa deve a tutti egual trattamento, a meno che gravi ragioni di giustizia o di politica non consiglino qualche disparità fra persona e persona. Tuttavia, coloro che sostengono l'opinione ch'io difendo qui, non sono tenuti a contenersi dietro queste norme. Quanto agli altri che pretendono che l'uomo ha diritto al comando e che la donna è naturalmente soggetta all'obbligo d'obbedire; che l'uomo ha per esercitare il potere, qualità che la donna non possiede, io sciuperei il mio tempo a dir loro ch'essi sono in obbligo di provare la loro affermazione sotto pena di vedersela rigettare. A nulla mi gioverebbe dimostrar loro che rifiutando alle donne la libertà ed i diritti di cui gli uomini debbono fruire, si rendono doppiamente sospetti e di attentare alla libertà e di parteggiare per l'ineguaglianza, e che conseguentemente fornir debbono le prove palpabili della loro opinione o subire la condanna. In ogni altro dibattimento la cosa sarebbe così; ma in questo è tutt'altra.
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