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      Noi vi leggiamo che la resistenza all'autorità armata, per quanto atroce fosse la provocazione, aveva contr'essa non solo la legge del più forte, ma tutte le altre leggi e tutte le idee dei doveri sociali. Coloro che resistevano, erano pell'opinione pubblica, non solo colpevoli di un delitto, ma del peggiore dei delitti, e meritavano il castigo più crudele che fosse in potere delli uomini d'infliggere. La prima volta che un superiore provò una velleità di sentimento d'obbligazione verso l'inferiore, fu quando per ragioni interessate, si trovò condotto a fargli delle promesse. Malgrado i solenni giuramenti che le appoggiavano, queste promesse non impedivano quelli che le avevano fatte, di rispondere alla più leggiera provocazione, o di cedere alla più debole tentazione, revocandole, o violandole. È tuttavia probabile che queste violazioni non si compissero senza che il colpevole sentisse dei rimorsi di coscienza, se la sua moralità non era di infima lega. Le antiche repubbliche riposavano, per la massima parte, sopra un contratto reciproco, esse formavano almeno, una associazione di persone, fra le quali non v'era gran disparità di forza; infatti son desse che ci presentano il primo esempio di relazioni umane raccoltesi sotto altro impero che quello della forza. La legge primitiva della forza, regolava solo i rapporti del padrone e dello schiavo; ed eccettuati i casi previsti da date convenzioni, quelli della repubblica coi suoi sudditi, o cogli altri stati indipendenti. Tuttavia era pur d'uopo che la legge primitiva fosse bandita da questo, benchè minimo angolo, perchè la umana rigenerazione cominciasse col surgere di sentimenti di cui l'esperienza mostrò ben presto l'immenso valore al punto di vista medesimo degl'interessi materiali, e che, da quel punto, non ebbero più che a svilupparsi.


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La servitù delle donne
di John Stuart Mill
Carabba Editore Lanciano
1932 pagine 161