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      La classe subordinata non la pensava altrimenti. I servi emancipati ed i borghesi nel bel mezzo delle lotte più accanite, non hanno mai spinto le loro pretese fino a dividere l'autorità; essi chiedevano unicamente che si riconoscesse qualche limite al potere di tiranneggiarli. Tanto è vero che la frase contro natura vuol dire contro il costume, e niente altro, e che tutto quel che è abituale sembra naturale. La subordinazione della donna all'uomo è un costume universale, una derogazione a questo costume appare dunque affatto naturalmente contro natura. Ma l'esperienza dimostra fin a qual punto il sentimento, qui, dipenda dal costume. Nulla più meraviglia gli abitanti più remoti del globo, quando odono parlare dell'Inghilterra per la prima volta, quanto il sapere che questo paese ha alla sua testa una regina. La cosa sembra loro così contro natura che la stimano incredibile. Gli Inglesi non la reputano per nulla affatto fuor di natura perchè vi sono avvezzi, ma troverebbero fuor di natura che le donne fossero soldati o membri dei parlamento. Nei tempi feudali, al contrario, non si trovava contro natura che le donne facessero la guerra e dirigessero la politica, perchè i casi non ne erano infrequenti. Si credeva naturale che le donne delle classi privilegiate fossero di tempra virile, ch'esse non la cedessero in nulla ai loro padri e mariti, se non era in forza fisica. I Greci non reputavano l'indipendenza delle donne così contraria a natura quanto gli altri popoli antichi, a cagione della favola delle Am


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La servitù delle donne
di John Stuart Mill
Carabba Editore Lanciano
1932 pagine 161

   





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