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      Il meno che si possa chiedere si è, che la questione non si consideri pregiudicata dal fatto esistente e dall'opinione regnante, ch'essa rimanga, al contrario, aperta, che la discussione se ne impadronisca e l'agiti sotto il doppio punto di vista della giustizia e della utilità; per questa, come per tutte le altre istituzioni sociali, la soluzione dovrebbe dipendere dai vantaggi che l'umanità, senza distinzione di sesso, potrebbe ritrarne dietro un apprezzamento illuminato. La discussione vuol essere seria; è d'uopo ch'essa vada al fondo e non si appaghi di vedute vaghe e generali. Per esempio non si deve ammettere in principio che l'esperienza ha pronunciato in favore del sistema vigente. L'esperienza non può aver deciso fra due sistemi mentre uno solo dei due fu messo in pratica. Si dice che l'eguaglianza dei sessi non si basa che sulla teoria, ma noi ci ricorderemo che l'idea contraria non ha altra base della teoria. Tutto quel che ci si potrà dire in suo favore in nome dell'esperienza si è, che l'umanità ha potuto vivere sotto questo regime ed acquistare il grado di sviluppo nel quale la vediamo oggi. Ma l'esperienza non dice che questa prosperità non si sarebbe realizzata più presto, o che non si sarebbe sorpassata oggidì se l'umanità non avesse vissuto sotto un altro regime. D'altro lato l'esperienza ci insegna che ciascun passo, nella via del progresso, fu invariabilmente accompagnato dall'elevazione di un grado nella posizione sociale delle donne; il che ha fatto prendere, agli storici ed ai filosofi, il grado d'elevazione, o d'abbassamento delle donne pel migliore e più sicuro criterio e pella più spedita e comoda misura della civiltà di un popolo e di un tempo.


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La servitù delle donne
di John Stuart Mill
Carabba Editore Lanciano
1932 pagine 161