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      Per trarre da questo caso unico qualche risultato bisogna che quella donna valga la pena d'essere conosciuta, e che l'uomo sia, non solo giudice competente, ma ch'egli abbia ancora un carattere simpatico e sì ben adatto a quello della moglie, ch'egli possa leggere nello spirito di lei con una sorta d'intuizione, e che ella non senta nessun imbarazzo a fargli conoscere il fondo dei suoi sentimenti. Nulla è, forse, più raro che una tale combinazione. V'è spesso fra la donna ed il marito una consonanza perfetta di sentimenti e comunanza di vedute quanto alle cose esteriori, e tuttavia, l'uno non penetra più addentro nelle viste dell'altro che se fossero semplici conoscenti. Quand'anche un affetto vero li unisca, l'autorità da un lato e la subordinazione dall'altra impediscono che si stabilisca una confidenza completa. Può darsi che la donna non abbia l'intenzione di dissimulare, ma v'hanno di molte cose ch'ella non lascia tuttavia trapelare. Fra i genitori ed i figli si può constatare un fatto analogo. Malgrado l'affetto reciproco che unisce realmente il padre ed il figlio, accade spesso, a saputa di tutti, che il padre ignora, e neppure imagina, certi lati del carattere di suo figlio, mentre i colleghi e gli eguali del figlio li conoscono perfettamente. Fatto sta che quando si è in diritto di aspettare da un altro della deferenza, si è molto mal collocati per trovare in lui una perfetta sincerità ed una franchezza completa. Il timore di perdere nell'estimazione o nell'affetto della persona che si riguarda con rispetto è tale, che ad onta di un carattere lealissimo s'inclina, senza avvedersene, a non mostrargli che il lato, se non più bello, almeno più grato ai suoi occhi: si può dire con sicurezza che due persone non possono avere l'una dell'altra una perfetta conoscenza, che a patto di essere non solo intime ma eguali.


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La servitù delle donne
di John Stuart Mill
Carabba Editore Lanciano
1932 pagine 161