La legge che, ancora recentemente, non tentava neppur quasi di punire questi uggiosi eccessi d'oppressione domestica, ha fatto in questi ultimi anni, dei deboli sforzi per reprimerli. Essi diedero pochissimi risultati, e non si deve aspettarsene di più, perchè è contrario alla ragione ed all'esperienza che si possa metter freno alla brutalità lasciando la vittima nelle mani del carnefice. Fino a che una condanna per vie di fatto, o se si vuole per una recidiva, non darà alla donna, ipso facto, diritto al divorzio, od almeno alla separazione giudiziaria, tutti gli sforzi per reprimere le «sevizie gravi» con penalità, rimarranno senza effetto, per mancanza d'un querelante e d'un testimonio.
Che se si considera il numero immenso di uomini, che, in tutti i paesi, non s'innalzano guari al disopra dei bruti, se si pensa, che nulla impedisce loro di entrare, per mezzo del matrimonio, in possesso di una vittima, si vedrà quale spaventoso abisso di miseria si scava, sotto questa sola forma. Tuttavia non sono questi che i casi estremi, le ultime voragini, ma prima di arrivarvi, quante tetre gole in sul pendio! Nella tirannia domestica al par che nella politica, i mostri provano quanto valga l'istituzione: da essi s'impara che non v'è orrore che non si possa commettere sotto questo regime se il despota vuole, e si calcola con esattezza la spaventosa frequenza dei delitti meno atroci. I demonii sono rari nella specie umana al par degli angeli, più rari forse; ma è frequentissimo di vedere feroci selvaggi suscettibili di accessi di umanità; e negl'intervalli che li separano dai nobili rappresentanti dell'umana specie, quante forme, quante gradazioni nelle quali la bestialità e l'egoismo si nascondono sotto una vernice di civiltà e di coltura!
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