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      Gl'individui vi vivono in pace colle leggi; essi si presentano con un'esteriore rispettabile a tutti quelli che non sono in loro potere; ma hanno però abbastanza cattiveria da rendere, a quelli che vi sono, intollerabile la vita. Sarebbe noioso ripetere qui tutti i luoghi comuni sull'incapacità degli uomini in generale all'esercizio del potere; dopo secoli di politiche discussioni, tutti li sanno a memoria, ma niuno pensa ad applicare queste massime al caso al quale calzano, più che a tutti gli altri, ad un potere che non è affidato ad un uomo od a parecchi, ma a tutti gli adulti del sesso maschile fino al più vile, ed al più feroce. Poichè un uomo non è in voce d'aver violato uno dei dieci comandamenti, e che gode di buona riputazione presso quelli che non può forzare ad avere relazione con lui, o che non gli sono sfuggiti violenti trasporti contro quelli che non sono in debito di sopportarlo, non è per questo possibile di presumere la condotta ch'egli terrà in sua casa, quando vi sarà assoluto padrone. Gli uomini i più volgari, riservano il lato violento, triste, apertamente egoista del loro carattere per quelli che non possono loro resistere. Il rapporto del superiore al subordinato è il semenzaio di questi vizi di carattere: dovunque essi sono, cavano di là il loro sugo. Un uomo violento e tristo coi suoi eguali, è certamente un uomo che ha vissuto fra inferiori che poteva dominare col timore e colle vessazioni. Se la famiglia è, come spesso si dice, una scuola di simpatia, di tenerezza, di una affettuosa dimenticanza di sè stesso, è ancora, più spesso, pel suo capo, una scuola di testardaggine, d'arroganza, d'abbandono senza confine, e d'un egoismo raffinato ed idealizzato di cui il sacrificio non è esso stesso che una forma particolare, dappoichè non s'interessa alla moglie ed ai figli se non perchè sono parte delle sue proprietà, e sacrifica in tutti i modi la loro felicità alle sue minime preferenze.


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La servitù delle donne
di John Stuart Mill
Carabba Editore Lanciano
1932 pagine 161