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      Che cosa aspettarci di meglio dall'attuale forma dell'unione coniugale? Noi sappiamo che le prave tendenze dell'umana natura non restano nei loro limiti se non quando non possono scorazzare all'aperto. Si sa che per un'inclinazione ed un'abitudine, se non deliberatamente, ognuno, quasi, usurpa sopra colui che cede fino a forzarlo alla resistenza. Gli è in presenza di queste tendenze dell'umanità, che le nostre attuali istituzioni, danno all'uomo un potere presso a poco illimitato sopra un membro dell'umanità, quello col quale dimora, che ha sempre con lui. Questo potere va a cercare i germi latenti dell'egoismo nelle pieghe più recondite del cuore dell'uomo, vi rianima le più deboli scintille, soffia sul fuoco che covava e rallenta le briglie a degli istinti che, in altre circostanze, l'uomo avrebbe sentito il dovere di reprimere e di dissimulare al punto di farsi col tempo una seconda natura. So che v'ha il rovescio della medaglia; riconosco che se la donna non può resistere, gli restano almeno delle rappresaglie: ella ha il potere di rendere infelice la vita dell'uomo e ne
      approfitta per far prevalere la sua volontà in molte cose nelle quali ha ragione ed in molte altre in cui avrebbe torto. Ma questo istrumento di protezione personale, che si potrebbe chiamare la potenza del gridio, la sanzione del malumore, ha un vizio fatale; ed è che serve per lo più contro i padroni meno tirannici ed a favore dei subordinati meno degni. È l'arma delle donne iraconde e passionate che farebbero il peggior uso del potere, se l'avessero, e che fanno mal uso del potere che usurpano.


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La servitù delle donne
di John Stuart Mill
Carabba Editore Lanciano
1932 pagine 161