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      Ma per rendere l'analogia più completa bisognerebbe supporre che la giurisprudenza delle corti non debba esaminare l'affare, ma semplicemente dar la sentenza sempre in favore della parte medesima, il reo per esempio. Allora, la competenza di queste corti sarebbe pel querelante un motivo d'accomodarsi dietro la decisione d'un arbitro qualunque, ma tutto il contrario accadrebbe del reo. Il potere dispotico che la legge dà al marito può bene essere una ragione perchè la donna acconsenta ad ogni compromesso che divida il potere fra lei ed il marito, ma non perchè il marito vi acconsenta. Presso le persone oneste, havvi un compromesso reale senza che l'uno dei due congiunti vi sia costretto moralmente o fisicamente, e questo prova che, i motivi naturali che menano alla conclusione volontaria d'un accomodamento per regolare la vita delli sposi in modo tollerabile per l'uno come per l'altro, prevalgono in definitiva, eccettuato nei casi sfavorevoli. Sicuramente non si migliora la situazione facendo decidere per legge che l'edificio di un governo libero si innalzerà sulla base legale del dispotismo a profitto di una parte, e della sommissione dell'altra; nè decretando che ogni concessione fatta dal despota potrà essere revocata secondo il suo beneplacito senza avvertimento. Oltre che una libertà non merita questo nome quando è così precaria, le sue condizioni hanno poca probabilità d'essere eque, quando la legge getta un peso così enorme nell'un bacino della bilancia, quando l'accomodamento stabilito fra due persone dà all'altra il diritto di far tutto ed all'altra nulla più che il dritto di far la volontà della prima, coll'obbligo morale e religioso di non rivoltarsi contro nessun eccesso d'oppressione.


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La servitù delle donne
di John Stuart Mill
Carabba Editore Lanciano
1932 pagine 161