Forse che questa qualità quando prevale non fa la persona idonea agli affari? Nell'azione, l'esito dipende sempre da una pronta deliberazione. Nella speculazione, nulla di simile, un pensatore può aspettare, prender tempo a riflettere, chiedere novelle prove; egli non è costretto a completare d'un tratto la sua teoria per timore che l'occasione gli sfugga. Il potere di cercare la miglior conclusione possibile da dati insufficienti, non è, egli è vero, senza utile in filosofia: la costruzione di un'ipotesi provvisoria in accordo coi fatti conosciuti è sovente la base necessaria di ricerche ulteriori. Ma è questa una facoltà piuttosto vantaggiosa che indispensabile in filosofia, e per questa operazione ausiliare come per la principale, il pensatore può pigliarsi il tempo che gli pare. Niente l'obliga ad affrettarsi, egli ha bene piuttosto d'uopo di pazienza, per lavorare lentamente finchè i vaghi albori ch'egli intravvede siano divenuti splendida luce, e che la sua congettura si sia fissata sotto la forma d'un teorema. Per quelli invece che hanno a fare col fuggitivo e col perituro, ai fatti particolari e non alla specie di fatti, la rapidità del pensiero non la cede in importanza che alla facoltà stessa di pensare. Colui che non ha le sue facoltà ai suoi ordini immediati, nei momenti nei quali bisogna agire, se ne sta come le mancassero del tutto. Egli può essere atto alla critica, non all'azione. Ora è in questo che le donne, e gli uomini che più rassomigliano alle donne, hanno una superiorità riconosciuta.
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