Pensate quel che deve frullare pel capo ad un ragazzo che giunge all'età virile colla credenza che senza merito alcuno, senza aver nulla fatto per sè stesso, foss'egli il più frivolo ed imbecille degli uomini, per il solo fatto d'esser nato maschio, è superiore di diritto a tutta una metà del genere umano, senza eccezione, nella quale metà trovansi pur comprese persone delle quali può, ad ogni giorno e ad ogni ora, sentire la superiorità. Può accadere che, in tutta la sua condotta, egli segua abitualmente la direzione di una donna, ma, allora, s'egli è sciocco crede tuttora che questa donna non è e non può essergli eguale in capacità ed in giudizio; e se non è sciocco, tanto peggio: egli riconosce la superiorità di questa donna, e tuttavia egli crede aver diritto di comandare e ch'ella è tenuta ad obbedire. Qual effetto questa lezione farà d'essa sul suo carattere? Le persone illuminate non si fanno illusione sulla profondità alla quale penetra il suo veleno nella grande maggioranza degli uomini. Infatti presso le persone elevate e di buon senso, ogni imagine d'ineguaglianza è scostata sopratutto agli occhi dei figli; vi si esige dai figli altrettanta obbedienza per la madre che pel padre, non si permette ai ragazzi di farla da padroni colle sorelle, non si avvezzano a considerarle meno di essi: all'opposto, si sviluppano in essi i sentimenti cavallereschi, lasciando nell'ombra la servitù che li rende necessari. I giovani ben allevati delle classi superiori evitano spesso così le male influenze della situazione dai loro primi anni: essi non ne fanno la prova che quando giungono all'età virile, quando entrano nella vita reale.
| |
|