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      Ma queste figlie, il loro matrimonio dipenderà dalla sua condotta; ma sua moglie è incapace di penetrare il fondo delle cose per le quali egli fa questi sacrifici; s'ella crede che questa causa li valga è unicamente per amore e per fiducia in lui, ella non può dividere l'entusiasmo che lo trasporta o l'approvazione che la sua coscienza gli dà; mentre quello ch'egli vuol sacrificare è il più prezioso per lei. L'uomo migliore e disinteressato esisterà lunga pezza prima di far ricadere sulla consorte le conseguenze della sua scelta. Quand'anche non si trattasse di sacrificare il benessere della sua vita, ma solo la considerazione sociale, il fardello che peserebbe sulla sua coscienza sarebbe ancora troppo grave. Chiunque ha moglie e figli ha dato degli ostaggi all'opinione del mondo. L'approvazione di questa potenza può essere per un uomo un oggetto indifferente, ma per sua moglie è un oggetto molto importante. L'uomo può mettersi al disopra dell'opinione o consolarsi dei suoi giudizi coll'approvazione di quelli che pensano come lui; ma a sua moglie ed alle sue figlie egli non può offrire alcun compenso. La tendenza press'a poco invariabile che porta la donna a mettere la sua influenza dal lato nel quale si acquista la considerazione del mondo, le è stata sovente rimproverata; vi si è visto un tratto di debolezza e di puerilità. Questo rimprovero è certamente una grande ingiustizia. La società fa dell'intera vita delle donne nelle classi agiate, un sacrificio perpetuo; essa esige ch'essa comprima incessantemente le sue naturali inclinazioni, ed in compenso di tutto quel che si potrebbe sovente chiamare un martirio, essa non le dà che la considerazione.


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La servitù delle donne
di John Stuart Mill
Carabba Editore Lanciano
1932 pagine 161