Coll'educazione che le donne ricevono, un uomo ed una donna non possono che ben di rado trovar l'uno nell'altro una simpatia reale di gusti e di desideri negli affari di tutti i giorni. Essi devono rassegnarvisi senza speranza e rinunciare a trovare nel compagno della loro vita questo idem velle, questo idem nolle che è per tutti il vincolo di una vera associazione: oppure se l'uomo vi giunge non è che scegliendo una donna di sì completa nullità che non abbia nè velle nè nolle, e si senta sempre tanto disposta ad una cosa quanto all'altra, purchè le si dica che cosa deve fare. Questo stesso calcolo può anche non riescire; la stupidità, e la debolezza non sono sempre una guarentigia della sommessione che si aspetta con tanta fiducia. Ma quando anche fosse, è questo l'ideale del matrimonio? Che cosa si dà egli l'uomo così, se non un'ancella od una padrona? Al contrario, quando due individui in luogo di non essere nulla son qualche cosa, quando si affezionano l'una all'altra, e non sono troppo dissimili, la parte che prendono frequentemente alle stesse cose, aiutate dalla mutua simpatia, sviluppa i germi di attitudini che ciascuno porta ad interessarsi di cose che non interessavano dapprima che l'altro; e produce poco a poco in entrambi una parità di gusti e di caratteri, modificando in una data misura, e che è più arricchendo le due nature, aggiungendo alla capacità dell'uno quella dell'altro. Questo accade spesso fra due amici dello stesso sesso che vivono molto insieme, e si produrrebbe comunemente ed anzi più comunemente nel matrimonio, se l'educazione, non diversificando tutto in tutto nei due sessi, non rendesse un'unione ben assortita press'a poco impossibile.
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