È per tal modo che il marito desideroso di una comunione intellettuale trova per soddisfarsi una comunione nella quale non impara nulla: una compagnia che non perfeziona, che non istimola, che prende il posto di quella che sarebbe stato suo dovere di ricercare, la società dei suoi eguali nelle facoltà dello spirito e nell'elevatezza delle vedute. Così si vedono giovani di belle speranze cessare di perfezionarsi col matrimonio; e dacchè si cessa di perfezionarsi, si degenera. La donna che non spinge innanzi il marito lo trattiene. Il marito cessa d'interessarsi a ciò che non ha interesse alcuno per sua moglie; egli non desidera più, ben presto non ama più e finalmente fugge la società che divideva le sue prime aspirazioni e che lo farebbe vergognare di averle abbandonate; le più nobili facoltà del suo cuore e del suo spirito cessano d'agire, e questo cangiamento coincidendo cogli interessi nuovi ed egoisti creati dalla famiglia, egli non differisce più, dopo alcuni anni, in alcun punto essenziale da coloro che non hanno mai avuto altro desiderio che di soddisfare una vanità volgare e l'amore del lucro.
Che sarebbe il matrimonio di due persone istruite colle stesse opinioni, le stesse vedute, eguali della stessa specie d'eguaglianza, quella che dà la somiglianza delle facoltà e delle attitudini, ineguali soltanto pel grado di sviluppo di queste facoltà, l'una vincendo per questa e l'altro superando per quella: chi potrebbe assaporare la voluttà di innalzare l'uno verso l'altro occhi pieni d'ammirazione e gustare a vicenda il piacere di guidare la compagna e di seguirla nel sentiero del perfezionamento?
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