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      Io non tenterò di tracciarne il quadro. Gli spiriti capaci di rappresentarselo non hanno bisogno dei miei colori, gli altri non vi vedrebbero che il sogno d'un entusiasta. Ma io sostengo colla convinzione più profonda che là soltanto sta l'ideale del matrimonio: e che tutte le opinioni, tutti i costumi, tutte le istituzioni che ne mantengono un'altra o rivolgono le idee e le aspirazioni che vi sono inerenti in un'altra direzione, qualunque sia il pretesto che usano a colorirla, sono vestigii della barbarie originaria. La rigenerazione morale dell'umanità non comincerà realmente se non quando la fondamentale fra le relazioni sociali, sarà sottoposta alla legge dell'eguaglianza, e quando i membri dell'umanità impareranno ad aversi obietto della più viva simpatia un eguale in diritto ed in lumi.
      Pigliando a disamina il bene che il mondo guadagnerebbe a non più fare del sesso una ragione d'incapacità politica ed un marchio di servitù, noi ci siamo fin qui occupati meno dei beneficii particolari, che di quelli che la società potrebbe ritrarne, cioè, l'aumento del fondo generale del pensiero e dell'azione, ed un perfezionamento delle condizioni dell'associazione degli uomini e delle donne. Ma sarebbe apprezzare imperfettamente questo progresso il non tener conto d'un bene più diretto, cioè, il guadagno incalcolabile che farebbe la metà liberata della specie, la differenza che v'ha per lei fra una vita di soggezione alla volontà altrui, ed una vita di libertà fondata sulla ragione. Dopo le necessità di primo ordine, il cibo e il vestimento, la libertà è il primo superiore bisogno della natura umana.


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La servitù delle donne
di John Stuart Mill
Carabba Editore Lanciano
1932 pagine 161