Pagina (5/134)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Resta stanotte presso di me. Ordinerò dal trattore la cena per due. Potrai dormire nel gabinetto, e domani usciremo assieme.
      - Dispensami stasera. Verrò domattina per tempo, disse l'altro imbarazzato.
      Il più anziano gli diede un'occhiata di scherno.
      - Vuoi santificare la notte di Natale? domandò.
      - Ho promesso di passarla con mia sorella e coi suoi figli, rispose imbarazzato.
      - Non dovevi accettare.
      - Non potevo dire di no.
      - Hanno invitato anche me al cenone, alla allegria dell'albero di Natale. Infami ricordi della più infame tra le tirannidi, la clericale! Non ho accettato! Non andare neppure tu. Rimani con me. Una cenetta e poi......
      - Ho accettato.
      Novello sorriso di scherno.
      - Vile!
      - Non potevo dire di no. Ma domattina sarò qua alle otto e ti proverò che ho coraggio.
      L'altro rise.
      - Ti attendo. Ma la tua venuta non proverà la tesi. Avrai audacia ma non coraggio. Chi ha coraggio la rompe con tutto; anche con certe pratiche care, con certe credenze.
      - Non credo. Odio. Ma mi hanno invitato. Non è una festa religiosa ma di famiglia.
      - Che ha però le proprie radici in quella fede cattolica, che noi dobbiamo sradicare dal mondo. Finchè noi avremo la debolezza di solennizzare il Natale, magari soltanto con una scorpacciata, proveremo la nostra dipendenza da quelle idee, concorreremo a tenerle vive e faremo del nostro, acciocchè resti sempre desto il ricordo del fanciullo di Nazaret e di quello che esso significa.
      - Non dovrei andare?
      - No.
      Il giovane esitò un istante.
      - Ho promesso, disse.
      - Vile!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I sogni dell'anarchico
di Ugo Mioni
Libreria Artiginelli Milano
1922 pagine 134

   





Natale Natale Natale Nazaret