Il vecchio disse allo schiavo.
- Ti calma fratello! Pazienza!
- Mai! Sono principe! La pazienza è la virtù dello schiavo.
- Di un animo nobile. Egli, abbandonò, per nostro amore, il suo trono, e non solo volle spontaneamente, da nessuno costretto e soltanto per eccesso di amore, diventare schiavo, ma volle morire financo la morte degli schiavi.
- Un pazzo, urlò Ramsette.
- Dio. Il figlio di Dio!
- Il mio dio serpente non ha saputo difendere nè la mia tribù nè se stesso e venne perciò giustamente schiacciato da un soldato romano, disse Ramsette con una sghignazzata amara.
- Fratello..... incominciò l'altro con dolcezza,
- Io, un principe, non sono il fratello di uno schiavo! urlò Ramsette.
L'altro non si perdette di pazienza. Gli rimase vicino e cercò di convincerlo della bellezza del cristianesimo e dell'amore di Gesù, ma invano. Ramsette non voleva accettare la lieta novella e si ribellava a quella dottrina, che predicava l'amore ed insegnava il perdono....
Il viaggio fu molto lungo e doloroso; ma egli non morì; arrivò ad Ostia, venne sbarcato e, caricato di ceppi, fu condotto a Roma.
IV.
Non degnò di nessuno sguardo ammirato la dominatrice dell'orbe. Non era sensibile alle sue magnificenze. Anima di scorridore del deserto, il suo spirito era troppo assuefatto all'infinita grandezza di quelle lande ed all'elegante bellezza delle palme, che nelle oasi si agitavano allo zeffiro, per poter ammirare quel mare di case, quelle vie anguste, sinuose, nelle quali si pigiava la folla; quei lunghi filari di tombe, di colonne, di statue; tutte cose che vide una volta sola, nel rapido passaggio verso lo stabulum, la prigione.
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