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      Essi urlavano, protestavano, si dimenavano, imploravano grazia, paventavano la morte, ma venivano allontanati. Non tutti piangevano però. Molti tacevano, pregavano; essi erano gl'incendiari di Roma!
      Qua un giovinetto si acconciava alla meglio le vesti, per coprir l'ignudo petto; là un altro s'inginocchiava avanti ad un vecchio e lo supplicava: Mi benedici!
     
      Christiani ad leones!
     
      Questo urlo terribile, di una folla briaca di sangue, penetrava nel corridoio e giungeva alle orecchie di Ramsette e degli altri. Era la folla romana, la dominatrice del mondo, la plebe imperiale, che chiedeva sangue e voleva vittime. Altre vittime ed altre ancora andavano a pascerne la morbosa crudeltà. Nerone largheggiava di vittime. Cristiani e non cristiani, alle volte divisi, tal'altra confusi, venivano cacciati nel circo. Si distinguevano soltanto del loro atteggiamento di fronte alla morte..... Venne la volta di lui; gli tolgono le catene; vuole gettarsi sui suoi carcerieri, ma la sferza di un gigantesco decurione lo tiene domo; eppoi una voce gli dice: mostrati eroe, fa vedere a Roma come l'Africa sa morire!
      Già. Vuole far vedere a questa plebe, che egli sa morire. Morire sì, ma piegarsi avanti a quel popolo, lui, mai, mai! Chiedere grazia, mai, mai!
      Eccolo vestito da cacciatore; gli danno la breve spada e la refe.
      - Coraggio! Chissà? Forse? Puoi vincere; puoi uccidere la fiera tu; il popolo è volubile; ti farà forse grazia.
      Implorare grazia? Dai romani, Mai! Giustizia sì, ma grazia, no, no; mai! In eterno!


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I sogni dell'anarchico
di Ugo Mioni
Libreria Artiginelli Milano
1922 pagine 134

   





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