Il palazzo svaligiato è deserto, ma la folla non è contenta della sua umiliazione; ne chiede il sangue. Chi lo difenderà?
Oh queste umiliazioni, queste ingiurie, questa solitudine! Lo accascia tanto.
Un uomo, vestito poveramente, entra nel palazzo e lo avvicina.
- Cesare. Un pugno di fedeli è deciso di salvarti.
Di fedeli? Vi erano adunque ancora degli uomini che gli erano rimasti fedeli? Tutti lo avevano abbandonato.
Respira.
- Salvatemi!
Promette loro ricchezze, cariche, condividerà con loro il dominio del mondo, purchè lo salvino.
Sono decisi di salvarlo. Verranno a prenderlo, di notte, con una lettiga; lo porteranno in una villa romita, dove se ne starà nascosto, finchè la procella si sarà calmata. Non possono conservargli il trono; non sta nella loro potestà. Gli vogliono conservare almeno la vita.
Egli paventa un tranello.
- Non temere. Noi ti difenderemo col nostro sangue. Andremo volentieri per te alla morte, lieti di morire per te, è la risposta.
Gli viene un sospetto.
- Chi siete?
L'uomo non risponde.
- Mi volete salvare, perchè adorate in me l'Apollo vivente, perchè siete entusiasmati della mia voce, del mio canto?
- Perchè il nostro Dio ci ha imposto di esserti fedeli e di dare per te anche il sangue.
- Cristiani? chiede, fremendo dallo sdegno.
- Cristiani!
L'uomo non può continuare. Il pugnale del sovrano lo ha trafitto nel petto. È caduto morto al suolo.
Freme al vedere quel morto. È adirato seco stesso che ha ucciso quell'uomo. Chissà?.... Forse?..... Ora avrà anche i cristiani contro di sè, ed i cristiani sono grandi fattucchieri, che vorranno vendicare su di lui tutto il sangue che egli ha sparso.
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Apollo Dio
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