- Signore! Come vuoi tu! Pietà!
Il vecchio parla a lungo. Il capo dei goti diventa sempre più meditabondo. Finalmente scende da cavallo, si inchina avanti alla Croce, la bacia e fa un cenno ai suoi uomini. Essi pure scendono da cavallo, piegano le superbe ginocchia, ed il vecchio traccia colla grande croce sul loro capo un segno di benedizione.
Il vecchio passa poi dai prigionieri ed annunzia loro la lieta novella. Il capo dei goti gli ha lato licenza di riscattarli e di condurli con sè nella vicina abbazia, dove essi rimarranno e che egli ha promesso di rispettare.
- Coleremo i calici; daremo loro i vasi sacri, fatti a pezzi. Il Signore non ha bisogno di quei vasi; egli preferisce abitare nei vostri petti, che sono il suo tempio vivo ed eletto, non fatto da mano umana ma creato da lui, per la sua gloria, osserva. E poi dice loro, che i goti hanno promesso di non più bruciare, di non uccidere, di non fare schiavi; si accontenteranno di prelevare dalla popolazione il necessario alla vita, nella loro grande marcia verso Roma.
Il giovane monaco avvicinò l'agricoltore.
- Publio mio! - gli disse, gettandogli le braccia al collo.
- Romano! Tutto, tutto perduto!
- Hai perduto beni terreni. Dio ti darà in cambio beni eterni, fu la dolce risposta.
- La mia casa?
- La rifabbricherai.
- Le mie messi?
- Ti è rimasta la terra, questa buona madre. Essa avrà compassione di te, ti sarà grata del tuo lavoro e ti produrrà centuplicati frutti.
- Le mie mandrie? - Il Signore provvederà.
- E la mia donna?
- Sei ammogliato?
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Croce Roma
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